Smettere di fumare…un lavoro lento e faticoso

Cucina, 12 aprile 2021
Ho provato a smettere di fumare. Finito il pacchetto che avevo acquistato, ho buttato gli accendini, i filtrini in avanzo e le cartine. Ho comprato mille caramelle senza zucchero e via a liberare i polmoni. Non ho resistito nemmeno un giorno. O meglio, non avevo sigarette e ho ripiegato sui mozziconi lasciati nel posacenere del balcone. E’ stato terribile, non pensavo fosse così dura. Ho sempre pensato che avrei potuto smettere in ogni momento e invece… già dopo poche ore il panico mi ha assalito. Ho provato a fare una passeggiata, ad ascoltare mille podcast su come smettere, ma niente. Non riuscivo a pensare ad altro se non al fatto che non avevo sigarette.
Eppure la voglia di smettere c’è… e allora perché non riesco?
Andrea oggi ci invita a riflettere su una questione atavica ovvero il piacere che danno molte abitudini in realtà notevolmente nocive per il nostro organismo e per il nostro benessere psicologico.
Di certo questo vale ancora per tutti quei comportamenti che come il fumare diventano delle dipendenze. Con il termine dipendenza si intende una condizione in cui l’organismo necessita di una determinata sostanza o di mettere in atto una determinata azione, abitudine, per poter funzionare e sentirsi meglio.
Alla nicotina in particolare è attribuita sia una dipendenza fisica che psicologica. La nicotina infatti è un alcaloide stimolante che agisce su alcuni recettori presenti a livello cerebrale, chiamati recettori nicotinici. Tali recettori, se attivati, inducono sensazioni di gratificazione e piacere.
Di conseguenza la mancata assunzione di nicotina fa sì che si possa generare quel senso di malessere e irritabilità che si amplifica quando un fumatore non ha a disposizione il suo abituale pacchetto di sigarette. Più non si fuma, più possono manifestarsi i sintomi tipici della sindrome di astinenza quali ansia, irritabilità, rabbia, frustrazione, sonnolenza, disturbi del sonno, disturbi dell’umore, depressione, diminuzione della concentrazione e della memoria e aumento dell’appetito.
Per questo si parla anche di dipendenza psicologica. Grazie agli effetti positivi della nicotina sul nostro cervello fumare diventa quindi un gesto a volte automatico, compiuto di riflesso, che infonde coraggio, abbassa il livello di attivazione delle emozioni, aiuta a scaricare la tensione, a rimettere ordine nello stato d’animo ed alleviare lo stress quotidiano. Per tali ragioni l’ associazione positiva tra la sigaretta e il senso di benessere e appagamento che in quel momento la persona prova, genera un’abitudine che fa dimenticare gli effetti dannosi che in realtà l’assunzione di nicotina provoca nell’organismo.
La sola convinzione razionale di Andrea, quindi, potrebbe non essere sufficiente per smettere di fumare. Il malessere generato dalle conseguenze fisiche e psicologiche provocate dall’astinenza da nicotina e la consapevolezza che fumando “un’ultima sigaretta” la situazione immediatamente migliorerebbe possono far ricadere facilmente nella trappola del circolo vizioso che il fumatore vorrebbe evitare.
Per tali ragioni per molte persone smettere di fumare è molto difficile, un obiettivo da raggiungere quasi irrealizzabile.
In realtà le numerose testimonianze degli ex fumatori sono la prova che ce la si può fare.
A mio avviso devono esserci due condizioni imprescindibili: una forte motivazione e determinata convinzione del fumatore a voler smettere e la scelta di un momento opportuno, dove le situazioni di stress, tensione, malessere siano ridotti al minimo, per non rischiare di alimentare proprio quella frustrazione e quel circolo vizioso che l’astinenza da nicotina genera.
È stato dimostrato come in generale i sintomi d’astinenza insorgano entro 12-24 ore dall’ultima sigaretta fumata, siano più intensi durante la prima settimana di astinenza e tendano progressivamente a ridursi, fino a scomparire, in un paio di mesi. Ovviamente questo non è così per tutte le persone, a seconda del grado di dipendenza da nicotina, anche la risoluzione potrebbe variare. Come per tutte le esperienze che generano sofferenza ed estrema fatica, può essere alimentata la sensazione che non si riuscirà mai, il confronto con chi ce l’ha fatta amplifica sentimenti di depressione, irritabilità e inadeguatezza.
In questi casi è fondamentale capire il perché sia necessario fumare e chiedere aiuto a esperti del settore che sappiano accompagnare in questo percorso che può essere davvero molto faticoso, ma non impossibile.