San Valentino: la riflessione di coppia come regalo

La data del 14 febbraio, ormai simbolicamente considerata la festa dell’Amore, si sa, ha un carattere fortemente commerciale, con una serie di rituali legati a regali, fiori o cene, che molte coppie si sentono in dovere di seguire; da psicologa alle prese con individui e coppie con pensieri continui su questo argomento, vi propongo di trasformare questo giorno, da momento commerciale a un’occasione dedicata alla riflessione, all’ascolto e al confronto reciproco. Non me ne vogliano i proprietari di attività commerciali, ben vengano cene a due o fiori, cioccolatini, bigliettini e regali vari, ma credo che varrebbe la pena per ognuno e per la propria coppia accompagnare questi doni con una riflessione attenta e profonda sulla propria relazione sentimentale. Un po’ come il Natale o le altre festività “forzate”, che spesso diventano anche l’occasione per fare bilanci e considerazioni sulla propria vita relazionale e familiare.
Oggi le relazioni d’amore sono sempre più frammentate, complesse da vivere e da gestire, complice anche la frenesia quotidiana e la difficoltà di scindere la vita personale da quella lavorativa e sociale. In quest’ottica San Valentino può diventare una buona occasione per mettere da parte altri impegni e pensieri e concentrarsi sulla relazione a due.
Tutto parte dall’amore di sè
La prima riflessione va fatta partendo da se stessi: la relazione d’amore ci rende felici, appagati, sereni? Cosa potremmo fare in prima persona per migliorarla? Se si tratta di una relazione a lungo termine, cosa e come è cambiato rispetto a una volta? Il tempo che riserviamo a noi come individui è troppo, il giusto o troppo poco rispetto a quello dedicato alla coppia? Come esprimiamo il nostro amore/affetto al partner? Come lo richiediamo?
Riflettere su questi e altri argomenti aiuta a diventare più consapevoli di problematiche che spesso tendiamo a nascondere anche a noi stessi.
Le tipologie di coppie sono complesse, catalogarle diventa limitante, ma facendo riferimento alla teoria di Minuchin (1974) possiamo immaginare la relazione di coppia, ognuna con le opportune sfaccettature e specificità, compresa tra i due estremi di un continuum: da estremamente “invischiata” ( ravvicinamento emotivo, attenzione rivolta all’interno coppia, poche relazioni con l’esterno) a “disimpegnata” (estrema separazione fisica ed emotiva, ognuno vive per sé)
Domande del tipo “Siamo a nostro agio in coppia? Come singoli individui ci sentiamo appagati anche dalla relazione a due? Necessitiamo e ricerchiamo freneticamente momenti e spazi esterni per essere appagati? Ne siamo consapevoli?”, possono contribuire a ridare vitalità e rinnovare coppie ed individui, talvolta intrappolati in storie sentimentali ormai cristallizzate e cronicizzate da abitudine e pigrizia (ovvero darsi per scontati).
Se è vero che nella persona amata cerchiamo il completamento di noi, come già sosteneva Platone nel celebre mito della “mezza mela”, non bisogna dimenticare che dobbiamo innanzi tutto stare bene con noi stessi, costruire il nostro equilibrio emotivo e la nostra identità come individui. Solo così potremo realizzare un rapporto di coppia funzionale e fonte di benessere per i partner.
A che punto è il rapporto di coppia?
Il rapporto d’amore tra due persone è in costante divenire: cambiano i due individui che ne fanno parte, il loro modo di stare insieme e di condividere le esperienze. Come tutte le cose in trasformazione, è impossibile che vada sempre tutto bene e non ci sia niente da migliorare. Per questo è importante fermarsi di tanto in tanto, per osservare che la crescita del Noi sia positiva, affrontando eventuali problemi. Stare insieme e condividere un percorso è una risorsa ma anche un impegno, che richiede energia e attenzione. I momenti di confronto e dialogo servono a parlare di ciò che rende felici nella relazione e di ciò che invece crea disturbo o malessere: stiamo bene quando siamo in coppia? Siamo felici di aver scelto l’altra persona o sentiamo la relazione come un obbligo? Stiamo crescendo fianco a fianco o sue due strade diverse?
A volte diamo per scontata la risposta a queste domande, da parte nostra e del partner, ma dobbiamo rimparare ad ascoltarci e ascoltare: è proprio dalla riflessione su questi temi che è possibile capire se tutto funziona o se c’è qualche difficoltà. Esserne consapevoli è molto meglio che ignorare il problema. Se non si riesce a risolverlo da soli, il supporto di uno psicoterapeuta può essere efficace e risolutivo, come ho osservato direttamente con molte coppie con cui ho lavorato.
Vivere San Valentino come tappa di un percorso, in cui scambiarsi pensieri, emozioni, ricordi, dubbi e riflessioni, non come giorno dell’amore “perfetto”, ma come festa della coppia in crescita, può essere il regalo più bello che possiamo farci.