Il circolo vizioso dei pensieri negativi

Divano, 5 dicembre 2020
Finalmente questa giornata è finita. Non ne è andata bene una, ma dovevo capirlo dalla testata che ho dato contro la porta della camera appena messo giù un piede dal letto. Da quel momento è stato come se un evento negativo scatenasse l’altro. Saranno state coincidenze? E quando capitano giornate così, in qualche modo si può bloccare questo circolo vizioso?
Quando tutto sembra andare male ricorda che gli aerei decollano contro vento, non con il vento a favore (Henry Ford)
Effettivamente come dice Andrea ci sono quelle giornate dove non ne va bene una, sembrano un susseguirsi di sventure ed eventi negativi che ci fanno arrivare a sera pensando di essere degli inetti.
Nella vita di tutti i giorni esistono le coincidenze e le sfortunate casualità.
La situazione può diventare allarmante e invalidante quando per periodi prolungati si inizia a pensare che nulla vada bene: il progetto a cui tanto avevamo lavorato è stato bocciato, liti frequenti col proprio partner, figli che mettono a dura prova le competenze genitoriali con comportamenti inadeguati e altre situazioni che possono minare la nostra autostima e le nostre capacità di affrontare le sfide della vita.
In questi casi è importante tenere a mente un aspetto fondamentale.
Biologicamente siamo “progettati” per il sostentamento del pensiero negativo. Infatti, secondo il neuropsicologo Rick Hanson, fondatore del Wellspring Institute for Neuroscience and Contemplative Wisdom, gli stimoli negativi producono un’attività neurale più intensa rispetto agli stimoli positivi.
Alla base di questa negatività inconscia ci sarebbe l’evoluzione. Per sopravvivere ,infatti, i nostri antenati dovevano prestare molta più attenzione a evitare una minaccia piuttosto che raccogliere ricompense.
Oggi, queste minacce sono rappresentate dalle forme di stress a cui quotidianamente siamo sottoposti. Le situazioni stressanti portano al rilascio di cortisolo, l’ormone dello stress: più ne viene rilasciato, più difficile diventa formare ricordi positivi. Il cortisolo, infatti, danneggia l’ippocampo, la parte del cervello che aiuta a formare nuovi ricordi. Tanto più le situazioni negative si accumulano durante il corso delle nostre giornate, tanto più vengono immediatamente registrate nella memoria.
Al contrario, per le esperienze positive è richiesto un tempo di elaborazione più lungo per passare dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine e trasformarsi quindi in ricordo.
In sostanza ricordiamo più velocemente una situazione negativa piuttosto che una positiva.
Il nostro cervello non è in grado di distinguere tra una situazione di stress non reale, creata cioè da continui pensieri negativi, da una effettiva situazione stressante cui si è sottoposti. Di conseguenza il cervello dedica lo stesso impegno per gestire lo stress.
Per questo motivo ruminazioni, rimuginii, alimentano questo circolo vizioso, ostacolando la formazione di pensieri positivi. Per attivare i pensieri positivi è necessario concentrarsi coscientemente su questi.
A volte non è facile riuscire a prendere coscienza di tali meccanismi autonomamente, ma è proprio in queste situazioni, per potenziare la nostra autostima e liberarsi da pensieri quali “non ce la faro mai”, “Tanto non cambia mai nulla” che occorre pensare alle parole di Ford: anche quando qualcosa apparentemente sembra irrealizzabile, è possibile decollare e viaggiare verso nuove mete.