Famiglia o lavoro: bisogna proprio scegliere?

Scrivania, 22 gennaio 2021
Guardando i social in questi due giorni ho visto tantissimi apprezzamenti sulla neo vice presidente americano Kamala Harris. In tanti si sono meravigliati che una donna possa aver raggiunto un picco così alto nella sua carriera e ho visto tante manifestazioni di “Girls power”. Questa cosa un po’ mi ha stupito. Possibile che nel 2021 ci dobbiamo ancora sorprendere se una donna fa carriera? Così ho iniziato a riflettere su questo tema. Sento tante donne lamentarsi del sessismo sul lavoro, del fatto che spesso devono scegliere tra lavoro e famiglia. Ma poi, questa scelta, è proprio necessaria?
“Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare” (Lucio Anneo Seneca)
Il 2020 entrerà nella Storia: di certo per la pandemia, ma anche per la nomina della prima donna vicepresidente degli Stati Uniti d’America. La riflessione che ne consegue è: fa notizia perché è la prima o perché è donna? E qui si apre una delle questione più ataviche per le donne: si possono conciliare carriera e successo personale con la famiglia?
Nella mia esperienza personale e professionale mi è capitato spesso di parlare con mamme e mogli di successo alle prese con sensi di colpa, convinzione di essere egoiste perché tengono alla carriera. In parallelo, ho spesso sentito commenti di altre donne sulla vita e sui figli delle donne di successo: “ma poveri, uno fa figli e poi li lascia crescere a tata e nonni,…”
Ma quindi è necessario per le donne fare una scelta?
A mio avviso sì perché nella vita in realtà si fanno scelte fin dal primo momento in cui si viene al mondo. Inizialmente qualcuno sceglie per noi (pensiamo al nostro nome), poi crescendo si iniziano a fare scelte prima per noi stessi e poi per gli altri (per i nostri figli, per il partner, per il lavoro, per i propri genitori…). Se una donna sceglie di non aver figli, di non costituire un proprio nucleo familiare avrà fatto una scelta per se stessa.
Se ha dei figli, una famiglia, inevitabilmente dovrà fare i conti con delle responsabilità verso altre persone, ma dovrà anche sentirsi libera di poter scegliere sulla base di ciò che desidera fare, di ciò che pensa sia importante per il suo benessere.
È valida la considerazione che se una persona sta bene con sé stessa ed è soddisfatta nell’area personale e professionale, ne beneficerà anche il sistema di relazioni attorno a lei. Per far questo è importante che le donne si ascoltino, diano voce ai propri bisogni, si autorizzino a vivere liberamente ciò che ritengono sia giusto per se stesse e per il proprio sistema familiare e nel caso non fosse cosi, di poter cambiare.
La storia insegna che la conquista delle libertà e del cambiamento richiedono lotte, battaglie, investimenti. Lo stesso vale anche a livello individuale.
Spesso le persone, le donne in particolare, sono vincolate alle “catene del giudizio”, del senso di colpa, degli stereotipi, delle aspettative familiari e culturali dai quali è necessario svincolarsi se diventano un ostacolo al raggiungimento del proprio benessere, dei propri obiettivi.
Purtroppo non possiamo limitare il giudizio altrui né impedire agli altri di farci sentire in colpa, ma possiamo imparare a gestire l’effetto che il giudizio altrui ha su di noi, e imparare a farci rispettare nei nostri bisogni, nelle nostre esigenze, nelle nostre scelte. Una donna, ma in generale una persona, che è consapevole di quali obiettivi vuole perseguire, può scegliere quale sia la strada migliore per poterli raggiungere e conquistare la meta desiderata.