Cyberbullismo: come riconoscerlo e aiutare i ragazzi a difendersi

In pochi anni il cyberbullismo è diventato un problema diffuso e preoccupante per quanto riguarda i giovani: il 25% dei ragazzi italiani ne è vittima. Detto anche cybermobbing, si manifesta con modalità simili a quelle del bullismo tradizionale, ovvero con una serie di azioni discriminatorie nei confronti di una persona da parte di un singolo o di un gruppo di minorenni. Ciò che cambia è il mezzo impiegato, che nel caso del cyberbullismo è internet. Attraverso la rete, la vittima viene colpita in modo continuativo da messaggi offensivi, inviati tramite chat, email o social network, che rimangono visibili anche a distanza di molto tempo, perfino in contesti e luoghi molto lontani da quelli quotidianamente vissuti dalla vittima. È una realtà complessa che riguarda principalmente bambini e adolescenti e che può rimanere a lungo nascosta agli adulti, poiché spesso non hanno accesso immediato alla comunicazione in rete tra i ragazzi.

Come si manifesta il cyberbullismo?

Le manifestazioni del cyberbullismo possono essere diverse e spesso si intrecciano tra loro.

– Molestie: le vittime vengono bersagliate ripetutamente di messaggi privati o pubblici, contenenti insulti, violenze e volgarità.

– Diffamazione: i cyberbulli attaccano la vittima diffondendo idee e commenti denigratori nei suoi confronti, rovinando la sua reputazione pubblica.

– Furto d’identità: viene violato il profilo della vittima su social o blog e si diffondono a suo nome falsi contenuti, così da ledere la sua immagine.

– Isolamento: i cyberbulli escludono la vittima da chat e gruppi online, bloccandogli ogni accesso e ignorando la sua esistenza.

Come riconoscere una vittima di questo fenomeno?

Solitamente ciò che scatena un’azione di cyberbullismo è la presenza nella vittima di una caratteristica fisica o personale considerata “diversa” dalle norme stabilite dal bullo: colore della pelle, omosessualità, obesità, tendenza nel modo di vestire e così via.

Talvolta alcuni episodi nascono da uno scherzo, che a un certo punto però scappa di mano agli stessi artefici, che risultano incapaci di valutare la conseguenza delle loro azioni, data l’immediatezza del passaggio di informazioni nella rete.

Gli effetti delle molestie sulle vittime possono essere notevoli, arrivando a causare perdita di fiducia in se stessi, stati di ansia e di depressione; nei casi più estremi, atti di cyberbullismo hanno portato al suicidio della vittima. Per questo è fondamentale che genitori e insegnanti si accorgano di un eventuale caso di molestia digitale, per intervenire prima possibile. Come accennato in apertura, il problema è che il cyberbullismo è un fenomeno ancora più insidioso del bullismo: sul web la diffusione dei contenuti non ha controllo, immagini e messaggi offensivi possono diffondersi molto rapidamente e raggiungere una comunità praticamente illimitata, invisibile agli occhi degli adulti. Talvolta chi contribuisce a diffondere in rete video e/o messaggi riguardanti una vittima scelta, può non aver mai neanche conosciuto o avuto alcuna relazione diretta con la vittima in questione.

Per individuare più facilmente il fenomeno, è importante pertanto osservare eventuali cambiamenti nei comportamenti abituali dei ragazzi: le vittime dei cyberbulli hanno una certa difficoltà di relazione con coetanei e adulti, che si accentua in seguito alle molestie. Possono dimostrare sintomi apparentemente immotivati di ansia e depressione, tendono ad evitare relazioni con coetanei ed adulti, perdono l’entusiasmo e l’autostima, peggiorano d’improvviso le proprie prestazioni scolastiche.

Il ruolo degli adulti: l’attenzione e la prevenzione

Dimostrare un’attenzione partecipe e costante nei confronti di bimbi e ragazzi, aiuta non solo a individuare possibili casi di cyberbullismo, ma anche a prevenirlo.

Instaurare una buona comunicazione con i ragazzi, promuovere una relazione di fiducia, parlare dei pro e dei contro offerti da internet, delle minacce e dei rischi che si possono incontrare, impostando delle buone norme condivise da entrambe le parti, può facilitare il dialogo e rendere più spontanea la comunicazione di eventuali problemi. Nei casi in cui la comunicazione con il minore risulti però particolarmente difficile e si fatichi a capire se e come sia vittima di cyberbullismo, può essere d’aiuto il supporto di uno psicoterapeuta, così da individuare le giuste leve per instaurare un dialogo.

Gli accorgimenti per i ragazzi: come proteggersi ed essere aiutati

Altro aspetto importante è insegnare ai minori un corretto utilizzo di internet e dei social network, in modo da prevenire sia il ruolo di vittima sia quello di bullo: gli adulti possono spiegare ai ragazzi come proteggere i propri dati personali (account, password e altre informazioni inserite in rete), e educarli alla corretta comprensione della differenza tra vita reale e virtuale, sottolineando le conseguenze concrete che possono derivare dai comportamenti in rete.

Infine è utile parlare apertamente del problema del cyberbullismo e suggerire ai ragazzi come difendersi in caso di molestie: ad esempio, evitando di rispondere alle minacce e confidandosi sempre con un adulto.

Esiste inoltre un numero verde da contattare per ogni necessità sull’argomento (800 669696), così da capire meglio come intervenire e ricevere un adeguato supporto.