Come si fa ad essere una buona mamma? Parte 2

Qualche giorno fa mia sorella Erika mi ha posto una domanda davvero difficile: “Andrea, ma come si fa a essere una buona mamma?”
“Esperienza è il nome che diamo ai nostri errori” O. Wilde
Caro Andrea, cara Erika,
che dire non esiste la ricetta della buona mamma, o meglio preciserei non esiste un’unica ricetta.
Chi ha risposto alla domanda che abbiamo posto in occasione della festa della mamma ha parlato di caratteristiche, atteggiamenti che dovrebbe avere una buona mamma, ma come si può leggere non esiste un’unica possibilità.
Una mamma può studiare tutte le teorie del mondo, leggere e imparare metodi più o meno in voga e consigliati, ma poi si troverà sempre a dover gestire quell’imprevisto, quella situazione che sui libri non è esplicitata.
E allora cosa fa? Risponde sulla base di quello che ritiene più giusto, con gli strumenti che ha a disposizione, che ha acquisito dalle letture dei sacri testi e dall’esperienza acquisita come figlia e come mamma fino a quel momento.
A volte rispondendo in un modo può andare bene, altre volte un po’ meno. Chi ha più figli sa che anche con i fratelli utilizzare uno stesso approccio può portare a risultati completamente diversi.
Ritengo che essere mamma sia l’esperienza più “altalenante” del mondo. Così come quando si va sull’altalena, un momento tocchi il cielo con un dito per la felicità, l’istante dopo, sfiori con i piedi il terreno. Ma è proprio in questo momento che è necessario uno sforzo per tornare su.
Per divertirsi sull’altalena occorre coordinare bene i movimenti delle gambe e della schiena, per essere una buona mamma o sufficientemente buona occorre allenarsi in particolare all’ascolto.
Non solo delle teorie e dei consigli non richiesti, ma delle proprie sensazioni, di ciò che stanno comunicando i figli attraverso le loro parole, ma più spesso attraverso gesti, comportamenti, spesso anche molto distanti da quello che le mamme avrebbero desiderato.
Nella mia esperienza ho sempre incontrato donne che nel momento in cui scoprono di star per diventare madri per la prima volta manifestano milioni di idee e pensieri su quello che faranno e quello che non faranno prendendo le distanze da comportamenti materni, dalle suocere e da Tizia, Caia e Sempronia “che trascurano troppo partner e figli”.
Eppure i figli a volte hanno comportamenti diversi da quelli che gli abbiamo insegnato. E allora siamo sbagliate noi, sono sbagliati i nostri figli?
No, semplicemente dobbiamo accettare e riconoscere che i nostri figli sono persone diverse da noi, che più crescono più prendono le distanze da noi non solo fisicamente, ma anche emotivamente e negli approcci comportamentali.
Allora dobbiamo risintonizzarci, ascoltare quello che ci stanno comunicando e ascoltare quello che sentiamo.
E ricordarci che ogni donna, ogni mamma è unica e speciale sia nei suoi punti di forza che nelle sue aree fragili. E la stessa cosa vale per i figli.
Per questo è ancora più importante evitare confronti con cosa fanno gli altri e se si conoscono mamme in difficoltà, provare semplicemente ad ascoltarle e capire cosa possono fare o dire loro per aiutarle.