Guarda cosa ho fatto! Ovvero il bisogno di attenzione nei bambini

Tutti noi ricerchiamo l’attenzione altrui. Fa parte della natura umana, del desiderio di essere riconosciuti come persone interessanti e di valore. Nei bambini questo istinto è ancora più sviluppato, perché la loro personalità è in fase di sviluppo: ricevere la giusta considerazione da parte degli adulti li aiuta a consolidare la propria autostima. Tuttavia, nelle famiglie d’oggi i più piccoli soffrono spesso di una mancanza di attenzione da parte dei genitori e sviluppano di conseguenza comportamenti anomali, difficili da decodificare. Quali sono questi atteggiamenti? Come intervenire quando ci accorgiamo che un bambino ha bisogno di maggiore considerazione?

Quali sono i comportamenti per richiedere attenzione

Quando i bambini sentono mancare l’attenzione nei propri confronti, possono diventare autodistruttivi, esigenti, difficili da gestire. Per attirare lo sguardo degli adulti, sviluppano un comportamento particolarmente esuberante e vivace, a casa, a scuola, in presenza di altri: disturbano le lezioni, cercano di risultare simpatici a tutti i costi o compiono piccole marachelle. Oppure, all’opposto, diventano eccessivamente introversi, evitano le occasioni di socializzazione con i compagni, mostrano frequente inappetenza. Tali atteggiamenti possono sembrare insensati, espressione di semplici capricci, ma andrebbero invece letti e compresi da parte di genitori e insegnanti come una richiesta di attenzione. Dietro si nasconde la paura di non essere accettati e stimati, dai coetanei e dai grandi, di risultare inadeguati e inferiori. Un timore che si manifesta i n una ricerca costante e ossessiva di approvazione, attraverso lo sguardo altrui.

Visibilità e considerazione: cosa conta davvero?

Molte azioni compiute dai bimbi , sono mirate a farsi notare, a rendersi visibili, ad attirare l’attenzione. In realtà l’esigenza profonda non è tanto quella di essere visti, quanto di essere considerati. Il fatto è che il bisogno di attenzione viene spesso confuso, anche negli adulti, con il desiderio di visibilità. I media alimentano ogni giorno l’idea che il valore di una persona si misuri attraverso la fama che riesce a raggiungere. Ma la celebrità soddisfa il bisogno superficiale di essere visti, non quello reale e profondo di essere considerati. Un individuo sente appagata quest’ultima condizione solo quando viene apprezzato per il suo essere più che per il suo fare, e non c’è età migliore dell’infanzia per alimentare l’autostima. Come possiamo noi adulti aiutare i bimbi ad accrescere la sicurezza di sé?

La soluzione sta nell’autostima: come coltivarla nei più piccoli

Un primo semplice ma importante accorgimento è far capire ai più piccoli che le azioni che si compiono, giuste o sbagliate, non coincidono con l’identità della persona. Ad esempio, quando un bambino si comporta male, sicuramente è più corretto dirgli che ha fatto una stupidaggine, piuttosto che è stato uno stupido. L’errore è nell’azione, nel comportamento, mai nell’individuo in sé. In questo modo il bambino ha la possibilità di capire che può rivedere e ripensare il proprio comportamento; al contrario, dirgli che “lui è……”, lo marchia, creando unetichetta che, se ripetuta continuamente nel tempo, può diventare indelebile, difficile da modificare.

Un ulteriore elemento prezioso per sviluppare l’autostima, risolvendo al tempo stesso il desiderio di considerazione, è trascorrere del tempo dedicato con i figli. Anche i genitori più impegnati e assenti molte ore da casa possono farlo, perché ciò che conta è la qualità dei momenti insieme e non la quantità di ore trascorse.

Offrire un interesse reale e profondo per ciò che i bambini hanno voglia di condividere, che si tratti di una storia, di un’esperienza o di un gioco, è importante per farli sentire apprezzati, per riconoscere il loro valore. Anche dietro ai racconti più banali, a volte si nascondono esigenze o desideri profondi, che rivelano molto sulla personalità del bambino e meritano di essere ascoltati.

Meno regali materiali, più tempo insieme

La famiglia ha un ruolo fondamentale nella crescita dell’autostima per i bambini: se è vero che premi e riconoscimenti a scuola e nello sport possono far sentire importanti, è nelle relazioni affettive che si consolida la vera considerazione di sé, il riconoscimento di valere come persona, a prescindere dalle proprie prestazioni.

Molti genitori, non riuscendo a dedicare sufficiente tempo all’ascolto dei figli, cercano di farli sentire comunque considerati e importanti, esaudendo ogni loro richiesta e desiderio materiale. Ma regali e concessioni continue non compensano il bisogno di attenzione, anzi, a volte rischiano di produrre solo ulteriore frustrazione da entrambe le parti. Da un lato perché le richieste possono diventare via via sempre più esigenti ed incalzanti, e il genitore può trovarsi in difficoltà nel soddisfarle; dall’altro perché, se pensiamo anche alla nostra condizione adulta, non sempre un bel regalo può essere sufficiente a compensare la mancanza di attenzione che invece vorremmo ricevere da chi amiamo.

C’è tuttavia un grande dono che possiamo fare ai bambini perché crescano felici e sicuri di sé: il tempo dell’ascolto dedicato a loro e per loro.